Tra benessere, ricaduta e remissione: fasi della malattia nell’anoressia nervosa

Pubblicato da Riccardo Dalle Grave il

A cura di Massimiliano Sartirana

AIDAP Verona

Che tipo di disturbo è l’anoressia nervosa (AN)? È episodico come i disturbi dell’umore? È progressivo come alcune forme di schizofrenia? O persistente come alcune forme di disturbo da uso di sostanze?

A queste domande potrebbe essere utile rispondere perché le malattie mentali come l’AN, così come le malattie somatiche, possono evolvere attraverso fasi progressive. La comprensione di queste fasi potrebbe migliorare la comprensione della patofisiologia e offrire chiarezza in termini di prognosi e necessità di trattamento.

In questo post riporto la sintesi di uno studio, recentemente pubblicato sull’International Journal of Eating Disorder, il cui obiettivo è stato ottenere il consenso da parte di esperti nelle definizioni delle fasi nella progressione dell’AN usando l’approccio Delphi.

Il metodo Delphi è una tecnica consolidata per sviluppare un consenso da parte di esperti che viene applicato in ambito medico quando mancano linee guida basate su dati o un insieme condiviso di standard.

Si tratta di un processo a più fasi in cui degli esperti rispondono ripetutamente in diversi round a una serie di domande su alcuni argomenti per raggiungere un consenso. Ogni round costruisce il successivo; al gruppo di esperti viene chiesto di chiarire e rivalutare le risposte quando apprendono il punto di vista del gruppo. I potenziali punti di forza di questo metodo sono i seguenti:

  • Le opinioni provengono da professionisti che hanno una rilevante esperienza nel settore
  • Il confronto non è influenzato da fattori interpersonali perché gli esperti che rispondono sono anonimi
  • Le forze del gruppo stimolano gli esperti ad arrivare a un consenso.

In questo studio un pannello di 31 esperti ha cercato di arrivare a un consenso sulle caratteristiche comportamentali, cognitive e biologiche delle fasi dell’AN. Il criterio usato per definire la competenza dei professionisti è stato il seguente: avere più di 10 anni di esperienza nell’ambito dell’AN ed essere appartenenti all’Eating Disorders Research Society (EDRS) o all’Academy for Eating Disorders (AED).

Il confronto si è svolto in tre round. Alla fine del terzo round gli esperti hanno raggiunto un consenso su una progressione longitudinale dell’AN che include le seguenti fasi:

  1. AN subsindromica
  2. Sindrome piena
  3. Malattia persistente
  4. Remissione parziale
  5. Remissione completa

Nell’identificare i periodi di tempo, il consenso è stato raggiunto sul fatto che nella sindrome piena ci sia una fase precoce quando i sintomi sono presenti per meno di 1 anno e che la remissione implica essere asintomatici per più di 1 anno. Il consenso è stato quasi raggiunto sul fatto che la sindrome piena debba essere presente per più di 3 anni per essere considerata persistente.

Nel definire le caratteristiche comportamentali, c’è stato consenso sulla specificazione che l’alimentazione restrittiva definisca l’AN subsindromica, la remissione parziale e completa, e che la remissione debba includere anche l’assenza di abbuffate e comportamenti purgativi.

Nel considerare le componenti cognitive, si è concordato sul fatto che tutti gli stadi debbano includere il disturbo dell’immagine corporea; non c’è stato invece un consenso sull’uso dell’Eating Disorder Examination Questionnairre.

Per le componenti biologiche c’è stato consenso sull’uso dell’indice di massa corpora (IMC) come marcatore biologico, con un accordo sulla soglia di 18,5 kg per gli adulti e del 10% percentile per gli adolescenti per definire la malattia.

Nessun consenso sé stato raggiunti sugli indici di qualità della vita associati alle diverse fasi.

Infine, non è stato raggiunto un consenso sul concetto di resistenza al trattamento perché ci sono differenze nel come, quando e quali trattamenti sono disponibili e sulla volontà dei pazienti e dei loro famigliari a seguire le indicazioni terapeutiche raccomandate. Mentre, infatti, la resistenza al trattamento è stata ben definita per la depressione maggiore, nel caso dell’AN non ci sono studi che abbiano stabilito quanti tentativi di trattamento senza successo siano necessari per definire “resistente”.

Conclusioni

I principali punti di forza di questo studio includono le dimensioni e l’ampiezza del gruppo di esperti e la capacità di mantenere l’anonimato dei membri del gruppo.

Lo studio presenta però quattro limiti principali.

In primo luogo, è importante ricordare che il consenso tra esperti non definisce automaticamente la validità degli argomenti trattati, ma piuttosto va considerato solo come un punto di partenza su cui poter fare successivamente una ricerca metodologicamente accurata.

In secondo luogo, i risultati sono limitati dalle prospettive del gruppo di esperti selezionato e da quello che il gruppo ha scelto di discutere.

In terzo luogo, le aree su cui non si è raggiunto un consenso sollevano alcune domande aggiuntive sulla transizione da condizione di malattia a quella di salute, ad esempio, considerando il miglioramento della qualità della vita.

In quarto luogo, non è stato affrontato l’argomento della distinzione tra remissione e guarigione. La validazione empirica delle definizioni di guarigione è attivamente oggetto di studio all’interno del settore, ma fino ad ora gli sforzi hanno portato a risultati deludenti.

Fonte: Steinglass, Glasofer, Dalack, & Attia. (2020). Between wellness, relapse, and remission: Stages of illness in anorexia nervosa. International Journal of Eating Disorders. doi:10.1002/eat.23237

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